Quando esce nelle sale americane, distribuito come un b-movie qualsiasi, sono in pochi a degnare d'attenzione "Rapina a mano armata", e sui "Cahiers du cin?ma" Jean-Luc Godard liquida il film come un'imitazione di "Giungla d'asfalto". Eppure il terzo film di Stanley Kubrick ? molto di pi?. Innanzitutto, ? un labirinto dalla raffinata struttura temporale, che influenzer? cineasti come Quentin Tarantino. ? un meccanismo narrativo a orologeria minato da occulte, paradossali aporie, disseminate proprio da chi (il narratore) dovrebbe chiarirle. ? un film di genere che per? del genere conserva solo la pelle, perch? Kubrick ne smonta convenzioni e meccanismi come far? in futuro con il film di guerra, la science fiction e l'horror. La struttura noir di "Rapina a mano armata" ? un'incubatrice in cui trovano gi? posto i temi portanti dell'universo kubrickiano, a partire dalla lotta dei protagonisti contro un mondo estraneo e ostile, che rifugge dalla razionalit? e dalla logica. E lo sguardo incredulo e instupidito di Sterling Hayden di fronte allo scacco finale ? lo sguardo dell'uomo kubrickiano, sconfitto dai meccanismi che ha creato e che si illudeva di poter dominare. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.